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Atrofia Muscolare Spinale

L’atrofia muscolare spinale, o SMA (dall’inglese “Spinal Muscular Atrophy”), è una patologia neuromuscolare genetica, caratterizzata dalla progressiva morte dei motoneuroni che si trovano nel midollo spinale. I motoneuroni del midollo spinale sono le cellule nervose che impartiscono ai muscoli il comando di movimento, per cui la loro perdita determina progressiva debolezza e atrofia dei muscoli.  

 

La SMA colpisce circa 1 neonato ogni 10.000 e costituisce la più comune causa genetica di morte infantile. Ne esistono diverse forme: la più grave, la SMA di tipo 1, si manifesta già alla nascita o nei primi mesi di vita, e causa una grave e progressiva insufficienza respiratoria, incapacità di alimentarsi e gravissima debolezza muscolare, ed è di solito fatale nei primi anni di vita. La SMA di tipo 2 si manifesta nella prima infanzia e di solito porta alla mancata acquisizione o alla perdita della capacità di camminare, insieme a possibili complicanze respiratorie, scoliosi e retrazioni dei tendini. La SMA di tipo 3 spesso esordisce dopo nella tarda infanzia o nell’adolescenza e si manifesta con debolezza muscolare di gravità variabile, che può portare anche alla necessità di utilizzare ausili (tutori o carrozzina) per camminare. La SMA di tipo 2 e la SMA di tipo 3 possono provocare disabilità importanti ma con le attuali cure, ed in base ai sintomi specifici presenti, i pazienti possono mantenere una normale aspettativa di vita. Esiste poi una forma chiamata SMA di tipo 4 che esordisce, di norma, attorno alla terza decade di vita e ha un decorso molto lento.

La SMA non compromette le funzioni cognitive e intellettive né gli organi di senso.

 

La malattia è causata da un difetto in un gene chiamato SMN1, necessario per la sopravvivenza dei motoneuroni. La modalità di trasmissione è autosomica recessiva: entrambi i genitori devono essere portatori sani del difetto genetico e hanno il 25% di probabilità di trasmettere la malattia a ciascuno dei figli. Circa il 2% dei casi si verifica invece in seguito a mutazioni cosiddette “de novo”, che si verificano cioè spontaneamente in fasi molto precoci dello sviluppo dell’embrione.

 

Il sospetto diagnostico si basa sulla presenza di sintomi e segni clinici caratteristici; in alcuni casi, il neurologo può prescrivere un esame chiamato elettromiografia, che mostrerà segni di “sofferenza neurogena”, ovvero di una alterazione dell’attività muscolare dovuta a perdita degli assoni che portano il segnale motorio. La conferma diagnostica si ottiene attraverso l'analisi genetica del gene SMN1.

 

Fino a pochi anni fa, non vi erano terapie disponibili per curare questa grave malattia. Negli ultimi anni invece, grazie alla ricerca scientifica, sono stati fatti importanti passi avanti, fino ad ottenere diverse terapie innovative in grado di correggere il difetto di produzione della proteina. Nel 2016 è stato approvato un farmaco chiamato Spinraza (Nusinersen), un “oligonucleotide antisenso” che agisce a livello del RNA messaggero per aumentare la quota di proteina funzionante che viene prodotta. I risultati ottenuti con questo nuovo farmaco sono significativi, soprattutto quando la somministrazione è precoce. Spinraza deve essere somministrato tramite iniezione intratecale nella cisterna lombare, tramite una procedura chiamata rachicentesi o puntura lombare, ed è approvato in Italia per tutte le forme di malattia. Nel 2019 è stata inoltre approvata la prima terapia genica per la Sma, il cui nome commerciale è Zolgensma (onasemnogene abeparvovec), che permette di reintrodurre nelle cellule una versione corretta del gene difettoso. La terapia genica necessita di somministrazione endovenosa ed è attualmente approvata solo per i bambini entro i 6 mesi di età. Nel 2021 è stato approvato infine un terzo farmaco, Evrysdi (Risdiplam), il primo farmaco che può essere assunto per via orale, indicato per tutte le forme di malattia. Anche Evrysdi agisce al livello del RNA messaggero aumentando la produzione di proteina funzionante. A seguito dell’approvazione di queste terapie, in alcune regioni italiane (Lazio e Toscano) è stato attivato un programma di screening neonatale per la SMA esteso a tutti i neonati.

 

Oltre alle terapie che curano il deficit di SMN, vi sono molte altre terapie cosiddette “sintomatiche”, cioè volte ad agire sui sintomi della malattia, e che sono molto importanti per garantire la salute ed il benessere dei pazienti. Tra di esse, molto importanti sono una corretta fisioterapia, per mantenere i muscoli sani e prevenire la perdita di massa muscolare  e le retrazioni tendinee, il supporto ventilatorio e la fisioterapia respiratoria, per i pazienti con segni di insufficienza respiratoria, e la prevenzione ed il trattamento della scoliosi.



La Dott.ssa Abati, neurologa, lavora presso il reparto di Neurologia dell'Ospedale Policlinico di Milano ed effettua visite ambulatoriali presso la Clinica Diagnofisic in Corso Lodi, Milano. E' Senatrice Accademica ed iscritta al Corso di Dottorato in Medicina Traslazionale dell'Università degli Studi di Milano.

La Dott.ssa Abati effettua visite ambulatoriali private, videoconsulti e visite neurologiche a domicilio.

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